Patologia orale

Quando si parla di malattie della bocca nell’immaginario delle persone si materializza principalmente la carie ed il dolore connesso. Infatti spesso quando il dentista chiede al paziente perchè non fa le visite periodiche la risposta è sempre “perchè non avevo dolore”.

Le malattie della bocca non sono rappresentate dalle sole carie e malattia parodontale ma anche tutta una serie di patologie che interessano i tessuti molli e duri. Queste vanno dalle malattie infiammatorie, autoimmuni, oncologiche; e sono le patologie appannaggio di quella branca dell’odontoiatria indicata come Patologia Orale.

PRECANCEROSI
Con il termine precancerosi si indicano quelle lesioni nelle quali è più alta la possibilità di trasformazione neoplastica e non una invariabile progressione verso una trasformazione neoplastica.
La possibilità di sviluppare un cancro del cavo orale, eventualità sconosciuta a molti pazienti, può verificarsi in qualsiasi parte del cavo orale e non necessariamente su di una lesione già esistente.
E’ quindi molto importante eseguire delle visite periodiche il cui scopo non sia solo il controllo delle carie o la presenza di malattia parodontale ma il buono stato di salute dei tessuti molli (guance,palato, lingua, labbra), sede di insorgenza di precancerosi e/o tumori.
Le Lesioni precancerose sono distinte in precancerosi facoltative, vere ed obbligate. Tra le prime: la leucoplachia, lichen planus, cheliti, papillomi, nevi. Nel secondo gruppo: la candidosi cronica iperplastica e la papillomatosi orale florida. Nell’ultimo gruppo l’eritroplachia e il morbo di Bowen.
Al di la della diagnosi clinica è necessaria la diagnosi istologica per confermare o meno il sospetto clinico. Necessario sarà quindi l’esame bioptico.

BIOPSIA
Storicamente la biopsia a lama fredda rappresenta il metodo di diagnosi che meglio e con maggiore certezza definisce la presenza di alterazioni tissutali e cellulari. L’esecuzione della biopsia deve quindi essere eseguita da mani esperte. E’ necessario che il chirurgo sia supportato da un patologo esperto, in grado di interpretare e valutare correttamente il prelievo.
L’esame istologico non è comunque una pratica obbligatoria per tutte le patologie, anche se la sua esecuzione è sempre consigliabile. Bisogna altresì considerare che essendo l’esame bioptico una pratica invasiva esistono delle condizioni in cui non è indicato eseguirlo come ad esempio quando esistano dei segni clinici macroscopici e/o sierologici di diagnosi certa (traumi, ustioni); quando la diagnosi clinico sierologia sia indicativa di malattia non maligna ed il prelievo potrebbe determinare dei danni estetici o, infine quando, come nel caso delle manifestazioni erpetiche, non è necessaria una indagine microscopica per poter istruire una terapia idonea.
Lo scopo fondamentale di un esame bioptico è quello di determinare la malattia e formulare una diagnosi. Quindi stabilire una prognosi in rapporto al tipo di patologia accertata, e permettere il monitoraggio dell’eventuale progressione della malattia.

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